Perché in concorrenza perfetta le imprese continuano a produrre nel lungo periodo, con profitto nullo?

Studiando la concorrenza perfetta abbiamo appreso che nel breve periodo le imprese possono avere un extra-profitto.

La libertà di entrata (assenza di barriere all’entrata)fa sì che altre imprese, attratte dall’extra-profitto, entrino nel mercato, facendo ridurre questo extra-profitto, finché questo si annulla.

Nel lungo periodo, dunque, l’extra profitto è nullo.

Come è possibile?

Perché l’impresa concorrenziale dovrebbe continuare a produrre, senza realizzare profitti?

Dopo tutto abbiamo sempre detto che l’impresa ha come obiettivo la massimizzazione del profitto.

Le imprese in concorrenza perfetta non fanno eccezione, anche loro vogliono massimizzare il loro profitto.

Dunque se da un lato diciamo che l’impresa ha come obiettivo la massimizzazione del profitto, contemporaneamente affermiamo che nel lungo periodo le imprese in concorrenza perfetta rimangono nel mercato, realizzando un profitto nullo.

Come fanno a stare insieme queste due affermazioni?

Molto semplicemente, quando diciamo che il profitto di lungo periodo in concorrenza perfetta è nullo, dovremmo specificare che:

il profitto economico di lungo periodo, in concorrenza perfetta, è nullo

Il profitto economico è diverso dal profitto contabile.

il profitto contabile di lungo periodo è positivo (non nullo)

La differenza tra il profitto contabile e il profitto economico

Il profitto è dato dai ricavi meno i costi, e si indica convenzionalmente con la lettera greca ‘pi’:

π = Ricavi – Costi

Ora, il costo che i ragionieri prendono in considerazione è il costo contabile (quello che risulta dai registri contabili).

Ma in economia politica, come sappiamo, gli economisti prendono in considerazione il costo economico, che include, oltre al costo contabile, anche il costo opportunità.

Dunque per ricapitolare abbiamo due profitti:

Profitto economico = ricavo – costo economico

Profitto contabile = ricavo – costo contabile

Costo contabile e costo economico

Sia nel calcolo del profitto economico, che di quello contabile, i ricavi sono uguali. Ciò che cambia è il costo.

Qual è la differenza tra il costo contabile e il costo economico?

Il costo contabile prende in considerazione soltanto i costi espliciti.

Il costo economico prende in considerazione sia i costi espliciti che quelli impliciti.

Costo contabile e costo economico - Perché le imprese in concorrenza perfetta continuano a produrre nel lungo periodo, anche se il profitto è nullo?

Il modo migliore per spiegarlo è con un esempio.

Ipotizziamo che una persona voglia aprire un ristorante, e spenda 10.000 € per l’arredamento, le cucine, e tutto il resto.

Il costo contabile, sarà 10.000 €.

Quale sarà il costo economico?

Il costo economico è dato dal modo migliore di investire quei 10.000 €. È il costo opportunità.

Se, ad esempio, il migliore investimento fosse stato mettere quei 10.000 € in un fondo che da un rendimento del 5,50 % annuo, allora il costo economico sarà di 10.550 €.


In sintesi

In sintesi, le imprese continuano a produrre perché il loro profitto economico è nullo, ma il profitto contabile è positivo!

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