L’esempio della matita citato da Milton Friedman è uno degli esempi più semplici e cristallini di quanto possa essere potente il mercato. Abbiamo già visto come Friedman sappia spiegare concetti complessi con esempi semplici nel post dedicato ai quattro modi di spendere.
La storia citata da Friedman in realtà è tratta da uno piccolo e popolare scritto di Leonard Read, dal titolo “I, Pencil” che può essere scaricato in versione integrale (in inglese)qui.
Nel video che trovate in fondo al post, Milton Friedman tiene una matita tra le mani e esordisce dicendo semplicemente:
“Non c’è una sola persona al mondo che può creare questa matita”
Un’affermazione straordinaria? No, per niente!
Vediamo perché!
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Chiunque può costruire una matita?
A prima vista la matita potrebbe sembrare un oggetto semplicissimo, e proprio per questo l’esempio è calzante. Se non ci fosse il libero mercato un oggetto così semplice e di uso comune non potrebbe essere prodotto (o per lo meno, non potrebbe essere disponibile a così tante persone ad un prezzo così basso).
La matita è composta da materiali diversi: il legno, la grafite, il metallo per tenere la gomma al proprio posto e unirla alla matita, il colore di finitura esterno, e così via.
Pensiamo un attimo a quanto sia difficile reperire tutti questi materiali e usarli nella produzione di una matita. Il procedimento è assai più difficile di quanto sembri.
- Il legno è stato probabilmente preso dallo stato di Washington, o dal Canada. È stato tagliato da alcuni operai, nel terreno di qualcun altro, e poi venduto.
- Per tagliare l’albero, è stata necessaria una sega a motore.
- Per costruire la sega a motore è stato necessario l’acciaio, per creare l’acciaio qualcuno ha dovuto estrarlo.
- La gomma è stata estratta e trasportata;
- Il trasporto è avvenuto su strade asfaltate, alla cui costruzione hanno lavorato diversi operai;
- e così via, potremmo andare avanti ancora per molto!
L’idea chiave, sta nel fatto che alla costruzione della matita, hanno contribuito diverse persone.
Uomini che tra loro non si conoscono, che parlano lingue diverse, che potrebbero odiarsi se solo si conoscessero.
Quando andiamo in un negozio, e compriamo una matita, stiamo in effetti scambiando qualche minuto del nostro tempo, e pochi euro, in cambio di alcuni secondi delle migliaia di persone che hanno contribuito a creare quella matita.

Chi ha coordinato il lavoro di queste persone?
Appurato che migliaia o più persone contribuiscono alla costruzione di una matita, chi ha messo d’accordo tutte queste persone?
Si tratta forse di qualche governo illuminato, o della cooperazione tra politici internazionali grazie alla diplomazia?
Niente di tutto questo! Il sistema dei prezzi ha fatto sì che queste persone cooperassero per costruire la matita, senza nessuno che li dirigesse uno ad uno.
È la magia del mercato, la magia di essere “Liberi di scegliere“.
La cosa ancora più bella è che queste persone non hanno costruito una matita, disponibile a tutti con pochi euro, per qualche fine superiore, come aiutare i bambini a studiare.
Certo, forse anche quello, ma il fine primario di tutte le persone coinvolte nelle varie fasi della costruzione della matita era il loro personale tornaconto!
In questo piccolo e semplice esempio c’è la grande intuizione del libero mercato. Un sistema certamente non perfetto, ma altrettanto certamente meglio di tanti altri sistemi, e l’unico sistema conosciuto compatibile con una piena libertà.
Quando, dopo la fine della guerra fredda, alcuni economisti russi visitarono i paesi occidentali, vedendo i panifici chiesero: “chi decide quanto pane produrre”?
Questa domanda sembra banale, ma racchiude diverse verità su come la mancanza di mercato, o le intrusioni nel mercato, possano cambiare la prospettiva di vita di molti.
Milton Friedman e l’esempio della matita
Ecco il video originale di Milton Friedman e l’esempio della matita.
L’esempio della matita e i dazi
Da qualche anno a questa parte, in tanti paesi industrializzati, diversi politici (anche quelli considerati “di destra“)promuovono una chiusura delle barriere, l’introduzione di dazi e di altri limiti al commercio internazionale.
I motivi per cui lo fanno a mio avviso sono chiari, e possono essere i seguenti:
- Fini elettorali, perché slogan come “salviamo i nostri lavoratori” suonano bene;
- Motivi politici, perché in politica internazionale possono usare i dazi e le restrizioni come armi negoziali;
- Semplicemente perché non hanno capito niente (non hanno studiato la teoria dei vantaggi comparati di Ricardo).
Questi limiti non fanno altro che rendere più difficile la cooperazione volontaria tra le persone, e quindi finiscono con l’avere meno prodotti disponibili per tutti ad un prezzo più alto (anche per chi impone i dazi).
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