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Concorrenza perfetta e massimizzazione del benessere

Concorrenza perfetta e benessere copertina

In questo parliamo nel dettaglio del perché la concorrenza perfetta massimizzi il benessere.

Abbiamo già parlato della concorrenza perfetta, come forma di mercato, in un post dedicato, e abbiamo provato a spiegarla con un semplice fumetto.

Qui, come abbiamo detto, ci occupiamo soltanto di osservare nel dettaglio la relazione che intercorre tra concorrenza perfetta e massimizzazione del benessere.


L’equilibrio di concorrenza perfetta, massimizza il benessere per la società. Per questo gli economisti sono fissati sull’argomento.

Come si misura il benessere?

Ci sono diversi modi di misurare il benessere di una società. Il più noto e utilizzato è il seguente:

W = CS + PS

La lettera W (da Welfare)indica il benessere della società, ed è la somma del surplus del consumatore (CS – Consumer Surplus)e del surplus del produttore (PS – Producer Surplus).

Per dirla in breve, il benessere (W)ci dice quanto stanno bene i consumatori, e quanto stanno bene i produttori.

Qual è il benessere in concorrenza perfetta?

In un equilibrio di tipo concorrenziale, il punto di equilibrio si ha nel punto in cui la domanda e l’offerta si incontrano.

In una situazione di questo tipo, abbiamo la seguente rappresentazione del surplus del consumatore e del surplus del produttore:

L’area in giallo indica il surplus del produttore, mentre quella in blu indica il surplus del consumatore

Adesso, andiamo a vedere cosa succederebbe invece se la quantità prodotta fosse maggiore o minore rispetto a quella concorrenziale.

Cosa succede se si produce una quantità inferiore a quella concorrenziale?

Ipotizziamo che si produca una quantità più piccola rispetto a quella di concorrenza perfetta.

In questo caso, avremmo un grafico come quello seguente:

Grafico del benessere (W=CS+PS) quando la quantità prodotta è inferiore a quella di concorrenza perfetta.

Come vediamo, se la quantità prodotta è inferiore a quella di concorrenza perfetta (Q1, anziché Q*), l’area di surplus del produttore (evidenziata in giallo)si riduce, così come l’area di surplus del consumatore (evidenziata in blu chiaro).

L’area di benessere persa (evidenziata in blu scuro)è detta “Perdita Secca” (in inglese si indica con l’acronimo DWL – Deadweight Loss).

La perdita secca è la misura della perdita di benessere per la società. Entrambi, sia i produttori che i consumatori stanno peggio.

Cosa succede se si produce una quantità superiore a quella concorrenziale?

D’accordo, abbiamo visto che se la quantità scambiata è inferiore a quella di concorrenza perfetta, abbiamo una perdita secca. Cosa accade se invece decidiamo di scambiare una quantità superiore?

Facciamo finta che in un mercato si scambi una quantità Q2, superiore a quella di concorrenza (Q*):

Già qui nasce un problema, perché è certo che i produttori non vogliano vendere la quantità Q2 ad un prezzo così basso (lo vediamo perché Q2 incontra la curva di offerta S in un punto più alto rispetto al prezzo di equilibrio p*).

Ma tralasciamo questo problema. Diciamo che i produttori sono obbligati a produrre, con una pistola alla tempia.

Cosa succedere al benessere? Vediamolo nel grafico seguente:

Grafico benessere e concorrenza – la quantità scambiata è maggiore di quella concorrenziale

Vediamo che quando la quantità Q2 è prodotta al prezzo p2, l’area di surplus del consumatore aumenta (evidenziata in blu chiaro), mentre quella di surplus del produttore si riduce (evidenziata in giallo). E poi c’è un’area evidenziata in blu scuro, che è la perdita secca (DWL).

Non siete convinti? Vediamolo meglio!

I produttori, “guadagnano” tutto quello che è compreso tra la curva di offerta e il prezzo, quando il prezzo è “sopra” la curva di offerta, e questo lo vediamo evidenziato nell’area gialla, di surplus del produttore.

Tuttavia, i produttori “perdono” tutto quello che è compreso tra la curva di offerta (S)e il prezzo, quando il prezzo è “sotto” la curva di offerta.

I produttori, infatti, non vogliono vendere quando il prezzo è sotto la curva di offerta, ma in questo caso hanno la pistola alla tempia, quindi producono.

Voi direte: va bene, c’è chi guadagna (i consumatori)e chi perde (i produttori), ma alla fine la società nel suo complesso sta meglio!

No, sbagliato. Vediamolo nel grafico seguente:

La perdita secca quando la quantità prodotta è maggiore di quella concorrenziale

Grafico benessere e concorrenza 3 – la quantità scambiata è maggiore di quella concorrenziale – Somma delle aree e perdita secca

In questo grafico abbiamo tolto i colori e dato un nome alle varie aree (A, B, C, D, E, F, G,H).

Quando la quantità e il prezzo sono quelli concorrenziali (Q* e p*), il surplus del consumatore è l’area A, e quello del produttore è dato dall’area B+C.

Quando obblighiamo i produttori a vendere una quantità maggiore ad un prezzo inferiore (Q2 e p2), il surplus del consumatore (CS) aumenta, diventando A+B+E+F, e il surplus del produttore diventa C – G – E – F.

G, E ed F sono le aree che il produttore deve produrre (anche se non vorrebbe, perché non gli conviene).

Il benessere (W), è dato dalla somma del surplus del consumatore e del produttore. Come vediamo nel grafico, quando è scambiata la quantità di concorrenza, W = A+B+C, mentre quando si scambia una quantità superiore (Q2), abbiamo che W = A+B+C-G

L’area G è la perdita secca di benessere. DWL = G.

Ecco spiegato perché la quantità concorrenziale è quella che massimizza il benessere della società. Nei post sulle altre forme di mercato, vedrete che il benessere in quei casi è inferiore, e si ha una perdita secca.

Video sulla massimizzazione del benessere in concorrenza perfetta

Sul canale YouTube trovi tanti altri video sulla concorrenza perfetta, sulla microeconomia, e su tanto altro.


Per approfondire

Per approfondire la conoscenza della concorrenza perfetta, e delle forme di mercato in generale, puoi dare un’occhiata ai seguenti link:


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