Difendere l’indifendibile di Walter Block

Difendere l’indifendibile” è un piccolo manuale libertario.

Ad una prima lettura, sinceramente, devo ammettere che è un pugno allo stomaco (almeno così è stato per me).

Le idee contenute nel libro, volutamente provocatorie, devono essere digerite e comprese. Il primo impatto è quello di chiudere il libro e buttarlo.

L’autore, Walter Block, è un economista americano che si è contraddistinto tra gli esponenti di spicco libertarismo degli ultimi anni.

Difendere l'indifendibile - Walter Block - Copertina

In particolare, Walter Block si innesta nell’ala più radicale dei libertari: quella anarcocapitalista.

“Difendere l’indifendibile” è strutturato in diversi capitoli tematici, in cui l’autore difende proprio chi non viene quasi mai difeso dalla pubblica opinione.

In questo libro Block difende, con ragionamenti a tratti arguti, tutto ciò che secondo il comune sentire sono indifendibili, come la legalizzazione della prostituzione, dell’usura, delle droghe pesanti. L’autore prende anche le difese del “porco maschilista”, dello spacciatore, del ricattatore, del datore di lavoro ai minori, e tanti altri.

L’idea di base del libertarismo, in estrema sintesi, è che le uniche cose che devono essere vietate con la forza sono l’inizio della violenza verso gli altri e verso la loro proprietà (principio di non aggressione).

In altre parole, se un’azione non consiste nell’inizio della violenza nei confronti degli altri o delle loro cose, allora non deve essere vietata.

Il primo impatto, come ho detto, è di shock. Tuttavia, se si supera questo rigetto iniziale e ci si sforza di vedere le cose dal punto di vista dell’autore, tutto assume un senso, ed è facile essere folgorati dalle idee libertarie contenute in questo libro (non necessariamente da tutte).


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